Stamani il presidente della Provincia di Benevento Antonio Di Maria ha disposto la deroga, per l’area del Tammaro - Fortore, al divieto di prelievo per gli attingimenti d’acqua a valle della diga di Campolattaro anche per le colture di soccorso di alcune foraggere (come mais ed erba medica), per particolari colture agroalimentari (pomodoro, peperone, fagiolo) e coltivazioni arboree.
Il provvedimento, che si colloca nel contesto della strategia finalizzata allo sfruttamento delle acque dell’invaso mai utilizzate sino ad oggi, nasce dai colloqui che il Presidente della Provincia ha intrattenuto nei giorni scorsi con il vicepresidente nazionale di Coldiretti Gennarino Masiello, nonché presidente della federazione provinciale, e con il direttore di Coldiretti Benevento Gerardo Dell’Orto, che gli avevano descritto in maniera documentata la gravità della crisi idrica del comparto agricolo, in particolare nell’area Tammaro - Fortore, aggravata dalla mancata possibilità di irrigare le colture a causa di alcuni divieti di attingimento.
Il provvedimento di Di Maria per l'autorizzazione all'attingimento da corpi idrici è condizionato dalla presentazione di certificazione da parte degli utenti dell’installazione di idonei dispositivi di sanificazione delle acque prelevate e l’effettiva idoneità delle acque trattate.
Viene, dunque, consentito il rilascio delle autorizzazioni per l’attingimento a scopo irriguo per le aree servite dal fiume Tammaro, a monte e valle della diga di Campolattaro fino all’area industriale ASI di Ponte Valentino dietro presentazione di apposita istanze documentate come prevista dal Regolamento Regionale n. 2 del 06.03.2018.
Il provvedimento nasce da un’analisi della situazione attuale del comparto agricolo e dallo sforzo di porre rimedio in tempi rapidi almeno alle maggiori criticità.
A giudizio del presidente Masiello la situazione è assai pesante non solo per l’economia agricola locale, già messa a dura prova da una pluralità di fattori, ma anche per i giacimenti della zootecnia e dell’agroalimentare di eccellenza regionale, di cui l’allevamento dei bovini di razza Marchigiana è uno dei modelli.
La richiesta di deroga nel divieto degli attingimenti è stata, peraltro, accolta dal presidente Di Maria, oltre che sulla base di queste considerazioni da lui pienamente condivise, anche dalla lettura e presa d’atto della Relazione rilasciata, a seguito di sua formale ed esplicita richiesta, dall’ARPAC lo scorso 30 luglio in merito ai campionamenti effettuati nel primo quadrimestre 2020 e che hanno attestato essere “buono” lo stato chimico dell’acqua a valle della diga di Campolattaro.
Il presidente Masiello ha così commentato la decisione di Di Maria: “Oggi è stato compiuto un altro passo avanti importante per la valorizzazione delle risorse idriche grazie alla delibera della Provincia, con il conforto delle rilevazioni scientifiche. L'area del Tammaro-Fortore si conferma la chiave per una grande rivoluzione che si compirà con le opere di derivazione della Diga. Ma già questa deroga è un segno di cambiamento di cui va dato atto e merito al presidente Di Maria, che ha accolto con senso di responsabilità la proposta di Coldiretti. Il futuro del Sannio si gioca sulla valorizzazione dei fiumi e del sistema idrico. Ripulirli, renderli fruibili, valorizzarli, viverli completamente insieme al lago di Campolattaro consentirà di creare ricchezza facendo crescere agricoltura, turismo e tutela ambientale”.
Il presidente Di Maria ha, dal canto suo, dichiarato: “Il provvedimento che autorizza gli attingimenti a scopo irriguo a valle della diga di Campolattaro per l’area del Tammaro e del Fortore è uno dei numerosi tasselli dell’azione che stiamo costruendo per sfruttare la risorsa acqua resa disponibile dal più grande invaso della Campania. Il territorio sannita ha enormi potenzialità e la sua vera ricchezza risiede nelle sue eccellenze territoriali, ambientali, paesaggistiche e naturali che vanno tutelate e valorizzate. La diga e le acque di Campolattaro sono una risorsa strategica ed un vero e proprio volano di sviluppo per il Sannio e, dopo 40 anni dalla posa della prima pietra dell’invaso, è ormai davvero venuto il tempo che questa strategica opportunità di ricchezza collettiva e sociale venga còlta dai nostri concittadini. Per giungere a tale risultato, che necessita delle sinergie delle Istituzioni, io credo che possano fin d’ora essere autorizzate ed avviate quelle misure che garantiscano la rinnovata vitalità della nostra agricoltura. L’agricoltura sannita è una componente essenziale nella formazione del Pil provinciale: fino a quando l’agricoltura è stata trainante, il nostro territorio non ha sofferto, come soffre oggi, il dramma dello spopolamento e della desertificazione sociale ed i nostri piccoli borghi costituivano altrettanti poli trainanti l’economia locale. Occorre ridare fiato al comparto agricolo tutto ed in particolare a quello delle eccellenze produttive ed alle unicità tipiche: in questo senso, il provvedimento di parziale deroga, per i suoi contenuti innovativi, può essere un modello sperimentale per un territorio più vasto. L’interlocuzione con il presidente e il direttore della Coldiretti è stata molto utile per individuare e definire quegli interventi e quelle misure che potessero realizzare un salto di qualità per il comparto agricolo. Restano ora da concretizzare gli altri interventi per lo sfruttamento per usi civili dello straordinario giacimento dell’invaso sul Tammaro”.
Per le richieste e le pratiche amministrative gli agricoltori possono rivolgersi agli uffici CAA di Coldiretti Benevento più vicini.