8 Maggio 2010
Tabacco, il rilancio dipende dall’accordo sui prezzi

“La convenienza a continuare la produzione di tabacco, secondo Auriemma direttore della Coldiretti Benevento, passa attraverso un impegno diretto delle manifatture. Discutere solo con la prima trasformazione per il prezzo del tabacco non è più sufficiente”. Il mercato della commercializzazione del tabacco è alquanto atipico rispetto alla maggioranza delle produzioni agricole; a fronte di una coltivazione diffusa a livello mondiale in molti paesi, il mercato delle vendite del prodotto finito, sigari e sigarette, è detenuto quasi esclusivamente da Phillips Morris, British American Tobacco e Japan  Tobacco, che anche in Italia rappresentano la quasi totalità del mercato con la PM che detiene il primato delle vendite.
Il valore della foglia di tabacco è peraltro modesto se paragonato al costo del pacchetto di sigarette; su un prodotto del costo di 4 €, meno del 5% è rappresentato dal costo della materia prima pagata al coltivatore e la restante parte è destinata alla prima trasformazione, alla manifattura, all’aggio alle rivendite e all’IVA e Accise, che da sole concorrono per circa il 70% del costo finale. È evidente quindi che il prezzo della foglia di tabacco pagato al produttore può essere notevolmente aumentato, anche in considerazione che buona parte del tabacco italiano è ormai considerato strategico dal momento che è entrato stabilmente nelle miscele di sigarette e una sua eventuale sostituzione non può essere immediata.
A fronte di questo però bisogna ricordare che il quantitativo di tabacco prodotto Italia rappresenta meno del 2% della produzione mondiale e quindi, evidentemente, non consente di avere una forza contrattuale sufficiente per orientare gli acquisti, ma l’Italia, e in generale la maggior parte dei paesi dell’Unione Europea, rappresenta un mercato ricco per le vendite e quindi di interesse per le manifatture.
“È necessario, continua Auriemma,  verificare il reale interesse delle manifatture ad acquistare in Italia in modo da programmare l’attuale campagna e le prossime per garantire continuità al comparto che, nella nostra provincia e nella vicina Caserta, vede più di 5.000 imprese dedite alla coltivazione del tabacco, per una superficie di circa 9.700 ha, un valore della produzione (compreso il premio accoppiato) superiore ai 115 M€ e più di 1.600.000 giornate lavorative nella sola fase di coltivazione. I possibili aiuti comunitari per il tabacco, attraverso il cosiddetto premio qualità della regolamentazione comunitarie e le eventuali misure agro ambientali del PSR ancora tutte da approvare, potranno variare in un range di 25-55 €/ql per cui la restante parte del reddito delle imprese, conclude Auriemma, deve essere garantito dal prezzo industriale che deve sostituire la restante parte del premio comunitario. E’ chiaro,  che a fronte dell’interesse richiesto alle manifatture, la filiera deve garantire competitività”.
Le imprese agricole devono necessariamente continuare a migliorare gli standard qualitativi, la prima trasformazione deve migliorare l’efficienza eliminando sovrastrutture, doppie lavorazioni,  e costi inutili, e la manifattura deve garantire volumi di acquisti in modo da programmare le produzioni.
“C’è bisogno di un maggior senso di responsabilità, afferma Masiello presidente della Coldiretti sannita, con un piano di ristrutturazione del comparto che deve vedere competitività ed efficienza per poter continuare la produzione. Il comparto tabacchicolo era un comparto ricco e protetto che ha tollerato, sbagliando, costi di produzione enormi nella prima trasformazione, ma adesso la situazione è cambiata e solo la razionalizzazione, la riduzione dei costi e impegni pluriennali della manifattura potranno garantire la continuità. Il prezzo del tabacco si definisce al momento delle consegne sulla base dei gradi qualitativi ma è chiaro, conclude Masiello, che il primo segnale parte necessariamente dai prezzi contrattuali, che si stanno definendo in questi giorni, che devono essere notevolmente aumentati, altrimenti non conviene continuare”.

IMPRESA VERDE CAMPANIA – ENTE DI FORMAZIONE

LA FORMAZIONE

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