Gennaro Masiello è il presidente della Coldiretti Benevento, ma è anche al vertice della Coldiretti Campania e ricopre l’incarico di vice presidente nazionale della Coldiretti. Chiusa ormai la parentesi estiva a lui abbiamo sottoposto alcune domande per comprendere quali sono gli scenari futuri dell’agricoltura sannita.
D) Coldiretti è da tempo elemento di supporto per lo sviluppo delle imprese agricole, garantendo assistenza strategica e fattiva collaborazione.
R) Coldiretti punta a diventare un soggetto utile per il paese. Essa ha interpretato con il progetto che ha messo in campo per l’agricoltura gli interessi della società e del Paese. Coldiretti è diventata una forza sociale che mette in campo e suggerisce politiche e strategie utili per le imprese e per il mercato. Le diverse emergenze per la salute umana dalla mucca pazza all’aviaria sono state un grosso problema anche per le imprese agricole e per la società italiana. Queste hanno creato psicosi e delle tensioni che hanno portato a rallentare il consumo dei prodotti in questione. Queste emergenze ci hanno indotto a dover strutturare sempre più un rapporto diretto con le imprese, con la società e soprattutto strutturare delle filiere che possono essere certificate. Coldiretti offre oggi un progetto chiaro all’insegna della capacità di strutturare produzioni di qualità, produzioni sicure, produzioni che sappiano rispondere agli interessi della società e del mercato anche a basso costo perché con la vendita diretta stiamo dimostrando che i prodotti di qualità e tipici del nostro territorio riusciamo a metterli in campo con un risparmio dovuto alla filiera corta che ci porta direttamente dal produttore. Coldiretti è un soggetto che sta dimostrando di essere utile per le imprese ma anche per il Paese. Negli anni Coldiretti ha suggerito alcune politiche finalizzate a che l’agricoltura avesse una sua centralità non solo per le produzioni agroalimentari ma anche per i servizi alla società.
D) Esenzioni Ici su fabbricati rurali, protocolli d'intesa per la salvaguardia di prodotti tipici, controllo sui prezzi, sono alcune delle manovre della Coldiretti per la salvaguardia delle attività agricole. Cosa bolle in pentola per la prossima stagione invernale?
R) Per il prossimo inverno sicuramente bisognerà continuare il percorso intrapreso sulla necessità di strutturare una filiera corta, una filiera tutta agricola e tutta italiana, che è l’unico modo per evitare e contrastare le speculazioni che si annidano nelle filiere lunghe all’insegna di un prodotto che italiano non è ma che è italianizzato. Noi invece dobbiamo sempre più valorizzare i nostri prodotti ed avere il rapporto diretto con il mercato e con i consumatori. Dall’altra parte vi è anche un altro obiettivo da perseguire che è quello della multifunzionalità e quindi la possibilità per le imprese in alcune aree svantaggiate di intensificare il rapporto con la Pubblica Amministrazione per fornire una serie di servizi quali, ad esempio, manutenzione delle strade, trattamento degli impianti idrici, manutenzione degli impianti di pubblica illuminazione e dell’arredo urbano, interventi di protezione civile che consentiranno una migliore gestione dello spazio in prossimità dell’azienda. Non dobbiamo dimenticare poi le botteghe di Campagna Amica, un progetto nazionale che dovrà approdare anche nella nostra provincia. Non va dimenticato il grande successo che ha raggiunto il Sannio con la presentazione di tre piani integrati di filiera che riguardano il comparto vitivinicolo, la zootecnia da carne e quello del grano duro. Sono tre i comparti sui quali si fonda l’eccellenza della nostra produzione. La soddisfazione nasce dal fatto che dopo un anno e più di lavoro il partenariato pubblico - privato dei Pif ha costituito il Consorzio ed ha presentato il progetto esecutivo alla Regione, quest’ultimo comprende sia gli investimenti delle aziende private ma soprattutto una forte azione da parte delle istituzioni pubbliche per realizzare delle azioni a supporto della competizione per un importo totale di 90 milioni di euro..
D) Dopo gli accordi con Philip Morris e le altre multinazionali per la consegna di tabacco italiano, qual’ è la situazione attuale?
R) Sicuramente il contratto con Philip Morris è una grande opportunità per il nostro Paese. Da tempo lo abbiamo strutturato, immaginato ed oggi è una grande realtà e quest’anno per la prima volta come parte agricola abbiamo avuto rapporti diretti con una multinazionale e quindi abbiamo accorciato la filiera. Dovremo però strutturare un modello simile anche per le altre manifatture perché oggi in Italia la Philip Morris può coprire il 35 percento della produzione, l’altro 65 percento deve essere comprato da altre manifatture che fino ad ora hanno siglato un protocollo d’intesa con il Ministero però al momento non hanno né comprato il prodotto che era già stato consegnato per il raccolto 2010 e né per il 2011 quando ci troviamo alla vigilia dei ricevimenti non hanno detto con chiarezza cosa faranno. Questo è un aspetto che va strutturato, stiamo già pensando a delle rapportazioni con questi gruppi per vedere se riusciamo anche a strutturare un modello attraverso il quale assicurare una campagna raccolti che non faccia scherzi alla parte agricola. Il tabacco è una produzione importante non solo della nostra Provincia, ma anche del nostro Paese, è una realtà che in Italia impegna dalle quattro alle cinque mila imprese ed occupa 60 mila lavoratori. E’ una filiera dunque che non possiamo perdere.