Si è svolto ieri presso l’Hotel de la Minerve di Roma la seconda edizione del Forum "La
regolamentazione del settore del tabacco, quale futuro per la filiera?", organizzato da "The European House‐Ambrosetti" con il supporto di Unindustria, FIT‐Federazione Italiana Tabaccai, Coldiretti e Logista. Tra i relatori, i Presidenti di Unindustria A. Regina, di FIT G. Risso e di Coldiretti S. Marini, gli economisti A. Martino e N. Rossi, i senatori I. Marino e A. Tomassini, il Sottosegretario all’Economia G. Polillo, il Capo di Gabinetto del Ministero della Salute G. Carpani e la presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati G. Bongiorno.
Uno studio presentato da The European House ‐ Ambrosetti ha ribadito la scarsa evidenza e proporzionalità delle proposte di revisione della Direttiva 2001/37/CE sui prodotti di tabacco, in corso di discussione. Tra queste, l’introduzione di un confezionamento generico senza loghi nè marchi e l’adozione di immagini shock sulla quasi totalità della superficie dei pacchetti, il divieto di utilizzo degli ingredienti e di esposizione dei prodotti in tabaccheria. Tali misure non sarebbero avvalorate da sufficiente evidenza della loro efficacia per la salute pubblica, ma danneggerebbero seriamente la filiera italiana del tabacco che, con oltre 200.000 addetti, contribuisce per oltre 14 miliardi di euro annui all’Erario. Aumenterebbero inoltre i rischi di ritorno del commercio illecito, stimato da KPMG a oltre il 10% del commercio totale in Europa, ovvero 64 miliardi di sigarette nel 2010. Nello stesso anno, le sigarette vendute illegalmente in Italia ammontano ad oltre 3 miliardi.
"La proposta di modifica alla direttiva comunitaria sul tabacco - ha detto il presidente della Coldiretti Sergio Marini - contiene norme che di fatto impediranno di coltivare alcune varietà in Italia costringendoci ad acquistare prodotto straniero di minore qualità e meno sicuro sul piano sanitario, con danni sul piano economico ed occupazionale. Le misure indicate nelle proposte di revisione della direttiva 2001/37/CE sui prodotti di tabacco - ha sottolineato Marini - sono intempestive e controproducenti rispetto agli obiettivi che si prefiggono. Si rischia di aumentare la dipendenza dall’estero e di alimentare il commercio illegale che amplificherebbe i danni per la salute oltre a provocare perdite economiche per lo Stato in un difficile momento di crisi. Un errore che - ha concluso Marini - rischia di frenare il grande sforzo fatto nel settore del tabacco per orientare la produzione agricola al mercato.
Nel commentare lo studio, Valerio De Molli ha sottolineato che "L’attuale quadro normativo dei prodotti a base di tabacco sta dimostrandosi efficace nel contemperare gli obiettivi dei diversi stakeholder: la progressiva riduzione della prevalenza conferma i progressi nella tutela della salute pubblica; persiste una significativa capacità di contenimento dei fenomeni illegali; ed è garantita la sostenibilità della filiera. Occorre perciò essere molto prudenti prima di avviare azioni che modifichino in modo permanente gli equilibri raggiunti. Bisogna semmai migliorare ulteriormente la capacità di contrasto dell’illecito, aumentare l’attenzione verso il fenomeno del fumo giovanile e promuovere un livello più deciso di innovazione, ai fini dell’introduzione di prodotti per la riduzione del danno".
Un sondaggio di opinione presentato dal Censis mostra inoltre un sostanziale scetticismo rispetto a tali misure, confermando quanto già emerso in sede di consultazione europea nel 2010. L’87% degli italiani, infatti, reputa "inutile" o "dannoso" il confezionamento generico; oltre 77% ritiene che sia inutile o sbagliato proibire la visibilità dei prodotti nei punti vendita. Se infine si proibisse l’uso degli ingredienti nelle sigarette, per l’84% degli intervistati non vi sarebbe un sostanziale decremento del consumo, a causa dell’accresciuto uso di prodotti contrabbandati (14,2%), di prodotti più economici (18%) o semplicemente perché i fumatori non sarebbero influenzati dalla misura normativa.
Secondo G. Roma, Direttore Generale del Censis, "gli italiani hanno un atteggiamento complessivamente equilibrato e privo di pregiudiziali nei riguardi della regolamentazione del commercio dei tabacchi lavorati. Apprezzano le normative introdotte per limitare il fumo nei luoghi chiusi, sono preoccupati dal fumo giovanile e perciò favorevoli ad interventi come l'innalzamento dell'età minima e più incisive campagne di sensibilizzazione. Si dimostrano, invece, scettici rispetto ad interventi più invasivi, come pacchetti anonimi o limitazione degli ingredienti. L’Italia é riuscita a ridurre l'impatto del fumo senza riaprire le porte al commercio illegale, grazie ad interventi progressivi in linea con la crescente consapevolezza dell'opinione pubblica".
Lo studio Ambrosetti infine, suffragato dai risultati del sondaggio Censis, evidenzia la maggior efficacia di normative condivise come la legge Sirchia, che limita il fumo nei luoghi pubblici chiusi, rispetto ad opzioni più estreme come quelle proposte dall’Unione Europea. Tra le proposte in tal senso sono state discusse quelle contenute nel disegno di legge sulla regolamentazione del settore del tabacco, attualmente all’esame del Senato e promosso in modo bipartisan dai senatori Ignazio Marino (PD) e Antonio Tomassini (PdL). Tra queste, l’innalzamento del divieto di vendita da 16 a 18 anni, il potenziamento delle attività di prevenzione, una maggiore informazione ai consumatori e la regolamentazione dei prodotti di nuova generazione che riducano i danni del fumo sulla salute.
Si è svolto ieri presso l’Hotel de la Minerve di Roma la seconda edizione del Forum "La
regolamentazione del settore del tabacco, quale futuro per la filiera?", organizzato da "The European House‐Ambrosetti" con il supporto di Unindustria, FIT‐Federazione Italiana Tabaccai, Coldiretti e Logista. Tra i relatori, i Presidenti di Unindustria A. Regina, di FIT G. Risso e di Coldiretti S. Marini, gli economisti A. Martino e N. Rossi, i senatori I. Marino e A. Tomassini, il Sottosegretario all’Economia G. Polillo, il Capo di Gabinetto del Ministero della Salute G. Carpani e la presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati G. Bongiorno.
Uno studio presentato da The European House ‐ Ambrosetti ha ribadito la scarsa evidenza e proporzionalità delle proposte di revisione della Direttiva 2001/37/CE sui prodotti di tabacco, in corso di discussione. Tra queste, l’introduzione di un confezionamento generico senza loghi nè marchi e l’adozione di immagini shock sulla quasi totalità della superficie dei pacchetti, il divieto di utilizzo degli ingredienti e di esposizione dei prodotti in tabaccheria. Tali misure non sarebbero avvalorate da sufficiente evidenza della loro efficacia per la salute pubblica, ma danneggerebbero seriamente la filiera italiana del tabacco che, con oltre 200.000 addetti, contribuisce per oltre 14 miliardi di euro annui all’Erario. Aumenterebbero inoltre i rischi di ritorno del commercio illecito, stimato da KPMG a oltre il 10% del commercio totale in Europa, ovvero 64 miliardi di sigarette nel 2010. Nello stesso anno, le sigarette vendute illegalmente in Italia ammontano ad oltre 3 miliardi.
"La proposta di modifica alla direttiva comunitaria sul tabacco - ha detto il presidente della Coldiretti Sergio Marini - contiene norme che di fatto impediranno di coltivare alcune varietà in Italia costringendoci ad acquistare prodotto straniero di minore qualità e meno sicuro sul piano sanitario, con danni sul piano economico ed occupazionale. Le misure indicate nelle proposte di revisione della direttiva 2001/37/CE sui prodotti di tabacco - ha sottolineato Marini - sono intempestive e controproducenti rispetto agli obiettivi che si prefiggono. Si rischia di aumentare la dipendenza dall’estero e di alimentare il commercio illegale che amplificherebbe i danni per la salute oltre a provocare perdite economiche per lo Stato in un difficile momento di crisi. Un errore che - ha concluso Marini - rischia di frenare il grande sforzo fatto nel settore del tabacco per orientare la produzione agricola al mercato.
Nel commentare lo studio, Valerio De Molli ha sottolineato che "L’attuale quadro normativo dei prodotti a base di tabacco sta dimostrandosi efficace nel contemperare gli obiettivi dei diversi stakeholder: la progressiva riduzione della prevalenza conferma i progressi nella tutela della salute pubblica; persiste una significativa capacità di contenimento dei fenomeni illegali; ed è garantita la sostenibilità della filiera. Occorre perciò essere molto prudenti prima di avviare azioni che modifichino in modo permanente gli equilibri raggiunti. Bisogna semmai migliorare ulteriormente la capacità di contrasto dell’illecito, aumentare l’attenzione verso il fenomeno del fumo giovanile e promuovere un livello più deciso di innovazione, ai fini dell’introduzione di prodotti per la riduzione del danno".
Un sondaggio di opinione presentato dal Censis mostra inoltre un sostanziale scetticismo rispetto a tali misure, confermando quanto già emerso in sede di consultazione europea nel 2010. L’87% degli italiani, infatti, reputa "inutile" o "dannoso" il confezionamento generico; oltre 77% ritiene che sia inutile o sbagliato proibire la visibilità dei prodotti nei punti vendita. Se infine si proibisse l’uso degli ingredienti nelle sigarette, per l’84% degli intervistati non vi sarebbe un sostanziale decremento del consumo, a causa dell’accresciuto uso di prodotti contrabbandati (14,2%), di prodotti più economici (18%) o semplicemente perché i fumatori non sarebbero influenzati dalla misura normativa.
Secondo G. Roma, Direttore Generale del Censis, "gli italiani hanno un atteggiamento complessivamente equilibrato e privo di pregiudiziali nei riguardi della regolamentazione del commercio dei tabacchi lavorati. Apprezzano le normative introdotte per limitare il fumo nei luoghi chiusi, sono preoccupati dal fumo giovanile e perciò favorevoli ad interventi come l'innalzamento dell'età minima e più incisive campagne di sensibilizzazione. Si dimostrano, invece, scettici rispetto ad interventi più invasivi, come pacchetti anonimi o limitazione degli ingredienti. L’Italia é riuscita a ridurre l'impatto del fumo senza riaprire le porte al commercio illegale, grazie ad interventi progressivi in linea con la crescente consapevolezza dell'opinione pubblica".
Lo studio Ambrosetti infine, suffragato dai risultati del sondaggio Censis, evidenzia la maggior efficacia di normative condivise come la legge Sirchia, che limita il fumo nei luoghi pubblici chiusi, rispetto ad opzioni più estreme come quelle proposte dall’Unione Europea. Tra le proposte in tal senso sono state discusse quelle contenute nel disegno di legge sulla regolamentazione del settore del tabacco, attualmente all’esame del Senato e promosso in modo bipartisan dai senatori Ignazio Marino (PD) e Antonio Tomassini (PdL). Tra queste, l’innalzamento del divieto di vendita da 16 a 18 anni, il potenziamento delle attività di prevenzione, una maggiore informazione ai consumatori e la regolamentazione dei prodotti di nuova generazione che riducano i danni del fumo sulla salute.
14 Giugno 2012
Forum Ambrosetti sulla regolamentazione del tabacco